Le donne vendicate, Venezia, Fenzo, 1751

Vignetta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Sala con tavola apparecchiata e lumi.
 
 CASIMIRO, ROCCAFORTE, VOLPINO e FLAMINIO con quattro donne mangiando e bevendo
 
 tutti
 
    Viva viva l’allegria
 e la nostra compagnia
 e mangiando non s’invecchia;
 e beviamone una secchia,
5quand’è buono, non fa male
 né la pinta né il boccale.
 
    Dunque beviamo.
 Dunque cantiamo;
 viva chi mangia e chi beve giocondo;
10il più bel mondo di questo non v’è.
 
 Volpino
 Oh brave ragazzine,
 spiritose, brillanti e modestine!
 Casimiro
 Il vostro genitore
 farà delle facende in osteria
15stando voi qualche volta in compagnia.
 Flaminio
 Non mi ricordo mai
 esser stato sì allegro.
 Roccaforte
                                        Giuro a Bacco,
 io son così giocondo
 ch’oggi mi batterei con tutto il mondo.
 Volpino
20Dunque volete andare? (Alle donne)
 Ci volete lasciare?
 Prima con noi cantate;
 beviamo un’altra volta e poscia andate.
 tutti
 
    Viva, viva l’allegria
25e la nostra compagnia.
 Che si godano i denari
 e che creppino gli avari.
 Nostro è sol quel che si gode
 senza vizi e senza frode.
 
30   Dunque beviamo,
 dunque cantiamo;
 viva chi mangia, chi beve giocondo;
 il più bel mondo di questo non c’è. (Le donne partono)
 
 Volpino
 Con queste giovinotte
35siam stati bene assai.
 Casimiro
 Un piacere più bel non ebbi mai.
 Flaminio
 Io per le belle donne
 tutto, tutto darei;
 anche dal petto il cor mi leverei.
 Roccaforte
40Ed io, che per natura
 son furioso, terribile e feroce,
 quando sono vicino a una bellezza,
 tutta cangio in amor la mia fierezza.
 Casimiro
 Tal io per una donna,
45che d’amor mi prometta onesto frutto,
 spendo, servo, sospiro e faccio tutto.
 Volpino
 Oh pazzi quanti siete!
 Per le donne cavarsi il cor dal petto? (A Flaminio)
 E voi per un visetto
50scordarvi la bravura? (A Roccaforte)
 Per le femine far trista figura? (A Casimiro)
 Oh pazzi quanti siete.
 Imparate da me. Faccio all’amore
 almen con quattro o sei
55e non piango e non getto i soldi miei.
 Una certa canzone a tal proposito
 a Milano ho imparata
 in certa Mascherata
 da Menichin che non avea denaro
60ma però galantuom, mio amico caro.
 
    Donne belle che pigliate,
 io già mai vi crederò.
 Via piangete, via pregate,
 io di voi mi riderò.
 
65   «Io vi voglio tanto bene».
 Maledette, non vi credo.
 «Per voi caro vivo in pene».
 Maledette, vi conosco.
 «Ahi che moro mio tesoro!
70Quanto affetto mio diletto».
 Galeotte, disgraziate,
 non mi state a corbellar. (Parte)
 
 SCENA II
 
 CASIMIRO, ROCCAFORTE, FLAMINIO
 
 Casimiro
 Volpino è fortunato.
 Ei dalle donne è amato
75e nulla spende e le deride in faccia.
 Io non so cosa dir. Buon pro vi faccia.
 Flaminio
 Son tant’anni ch’io peno
 per aver da una donna una finezza
 e mi fuge ciascuna e mi disprezza.
 Casimiro
80Dir convien che le donne
 amino chi le sprezza,
 sprezzino chi le adora.
 Vorei sprezzarle anch’io... Ma, poverine,
 mi fanno compassione.
85Sono troppo impegnato per quel sesso
 e sempre le amerò quanto me stesso.
 Roccaforte
 Eh corpo di Pluton!
 Flaminio
                                      Con chi l’avete?
 Roccaforte
 Con colui di Volpino
 e con quanti malnati e malcreati
90dicon mal delle donne. Io sono stato
 amato, accarezzato;
 son per esse impegnato.
 E a chi ne dice mal, corpo di Bacco,
 vuo’ le braccia fiaccar, tagliar le rene.
 Flaminio
95Eh amico, io delle donne dico bene.
 Roccaforte
 Se ritrovo Volpin, se lo ritrovo,
 lo voglio stritollare;
 voglio manifestare
 al mondo il mio valore
100e ch’io son delle donne il difensore.
 Flaminio
 Sì, fate ben; vi lodo.
 Chi sa ch’io non ritrovi
 una donna che m’ami e sia costante?
 Roccaforte
 Fide son tutte quante.
 Flaminio
105Dunque la cercherò. Sentito ho a dire
 che tanti siano gli uomini
 quante sono le donne in questo mondo
 e che ognuno la sua pretender possa.
 Anch’io la troverò... Ma se la mia
110fosse nata in Turchia? Non so che dire;
 un turco prenda pur quella di là,
 ch’io ne prenderò a sorte una di qua.
 
    Son compagne le femine tutte.
 Un poco più belle,
115un poco più brutte.
 Chi è più graziosina;
 chi è più galantina.
 
    Ma circa l’essere donne
 non v’è disparità. (Parte)
 
 SCENA III
 
 ROCCAFORTE solo
 
 Roccaforte
120Io che cerco occasion d’immortalarmi,
 ecco il tempo opportuno;
 vengan ad uno ad uno
 delle donne i nemici, o a dieci o a cento,
 io le donne difendo e non pavento.
125Spada, spada fatale,
 orribile, terribile, bestiale,
 bada ben, bada bene,
 non far come facesti... Eh c’intendiamo.
 Allorché ci troviamo
130alla rissa, al duello
 non mi cader di mano in sul più bello.
 Difendiamo le donne
 con coraggio, con forza e con bravura.
 Vada via la viltà, via la paura.
 
135   Vivan le donne sempre dirò
 e con la spada la sosterrò.
 Venga chi vuole; parli chi puole;
 sempre il bel sesso difenderò.
 
    Mi sento al core un pizzicore.
140Uh donne belle vostro sarò.
 Vivan le donne sempre dirò. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 DORALICE ed ELEONORA
 
 Doralice
 Dunque il caro Volpino
 si fa beffe di noi?
 Eleonora
                                   Sì, me l’han detto
 le figliuole dell’oste qui vicino.
145Disgraziato Volpino
 canta contro di noi le canzonette;
 ci dice galeotte e maledette.
 Doralice
 Quella indegna canzone
 l’ho imparata ancor io.
 Eleonora
150D’avervela insegnata il merto è mio.
 Doralice
 Se vien da me, lo voglio,
 come merta, trattar.
 Eleonora
                                        Vuo’ che si penta
 d’aver detto così.
 Doralice
                                  Confesso il vero
 ch’ei mi piacea ma adesso
155non lo posso vedere.
 Eleonora
                                        Anch’io l’amai;
 ora non l’amo più;
 ah galeotto! Ah maledetto tu!
 
 SCENA V
 
 VOLPINO e dette
 
 Volpino
 Oh garbate signore,
 io vi son servitore. (Gli voltano le spalle)
160Signora Doralice,
 voi mi badate come fossi un cavolo?
 Doralice
 Andate, andate al diavolo.
 Volpino
 Voi, signora Eleonora...
 Eleonora
 Andate alla malora.
 Volpino
165Ma che cosa ho fatt’io che mi scacciate?
 Eleonora
 Delle donne parlate
 con un po’ di rispetto.
 Galeotto sei tu, tu maledetto.
 Volpino
 Eh via, che son facezie.
170(Mi spiacerebbe assai
 perder di queste belle le finezze;
 aggiustarla vedrò con due carezze).
 Via cara Doralice;
 già Eleonora non sente.
175Lo so che voi mi amate.
 Doralice
 
    Donne belle che pigliate,
 io già mai vi crederò.
 Via piangete, via pregate,
 io di voi mi riderò.
 
 Volpino
180(Ah! Se n’è avuto a mal della canzone.
 Pazienza; con quest’altra
 vederò d’aggiustarla;
 procurerò placarla).
 Eleonora gentil, pietà vi chiedo.
 Eleonora
 
185   Maledette, non vi credo;
 maledette, vi conosco.
 Galeotte, disgraziate,
 non mi state a corbellar.
 
 Volpino
 (O pettegole indegne!
190Le figliuole dell’oste
 han publicata questa mia canzone;
 e le donne l’han meco con ragione).
 Doralice
 Che cosa fate qui?
 Volpino
                                    Son a pregarvi...
 Vorrei disingannarvi...
 Doralice
195Basta, basta così; non vuo’ ascoltarvi.
 Eleonora
 Su presto, andate via.
 Volpino
 Cara signora mia,
 io sono qui per dirvi...
 E son per raccontarvi...
 Eleonora
200Io vi risponderò coll’irvi e l’arvi.
 Volpino
 Ma sapiate, signora,
 che quella tal canzone...
 Doralice
 Non vi è altra ragione.
 Queste parole voi le avete dette;
205noi non siam galeotte o maledette.
 
    Chi serba amor in petto
 non può parlar così.
 Si parla con rispetto
 di chi si suole amar.
 
210   Le donne voi sprezzate
 e donna son anch’io;
 e se voi m’oltraggiate
 mi voglio vendicar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 ELEONORA e VOLPINO
 
 Volpino
 (Orsù quella è perduta;
215pazienza vi vorrà.
 Questa mi vuol più ben; si placherà).
 Eleonora
 (Mi vien voglia di dargli
 quattro pugni nel grugno).
 Volpino
                                                   E ben, che dite?
 Eleonora
 Dico che andate via.
 Volpino
220Almen per cortesia
 ascoltatemi, o cara.
 Eleonora
                                      Niente, niente,
 se il vostro dir mi stucca,
 vi pettino ben bene la parrucca.
 Volpino
 So pur che a me diceste tante volte:
225«Mio caro, mio diletto,
 ho per voi tanto affetto...»
 Eleonora
                                                  Ah disgraziato,
 io dunque quella son che tu burlasti,
 allorquando cantasti:
 
    «Ahi che moro, mio tesoro.
230Quanto affetto! Mio diletto!»
 
 Tu galeotto sei tu, tu maledetto.
 Volpino
 Finalmente uno scherzo
 merta il vostro perdono.
 Eleonora
 Troppo contro di te arrabiata sono.
235Vien qui, cane, vien qui; non ti ramenti
 i sospiri, i lamenti
 che più volte facesti
 per aver un tantin della mia grazia?
 E poi dietro le spalle
240dici male di me?
 Volpino
                                  Ma io di voi
 non ho detto parola.
 Eleonora
 Hai detto mal di tutte
 e in quelle tutte son compresa anch’io,
 onde teco vuo’ far nel tempo stesso
245le mie vendette e quelle del mio sesso.
 
    Birboncelli, disgraziati,
 fate voi gl’innamorati
 e poi quando siam cascate
 ve n’andate e ci piantate
250ma con me così non va.
 La mia grazia chi la vuole
 cara assai la pagherà.
 
    Non vi cerco, non vi chiamo;
 non vi curo, non vi bramo.
255Ma poi quando voi volete,
 esser docili dovete
 e trattar con civiltà. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 VOLPINO, poi CASIMIRO
 
 Volpino
 Uh sono indiavolate,
 non v’è caso di renderle placate.
260Ma che cosa ho da far? Da disperarmi?
 Oibò, se Doralice ed Eleonora
 m’han già privato delle grazie sue,
 vi posso rimediar con altre due.
 Emilia e Livietta...
 Casimiro
                                     Amico, intesi
265che due belle con voi siano sdegnate,
 perché avete le donne maltrattate.
 Volpino
 Io che farci non so. Mi prendo gusto
 con questo stile mio;
 sento ridere gli altri e rido anch’io.
 Casimiro
270Ma se così farete,
 donna non trovarete
 che amante di voi sia.
 Volpino
 Eh che di donne non v’è carestia.
 Casimiro
 È ver. Chi certi ascolta
275giovinotti sboccati
 par che stiano le donne ad aspettarli
 e che vadan talvolta a ricercarli.
 Ma so per esperienza
 che ciò vero non è. So che per farsi
280una sposa, un’amante ed un’amica
 ci vuole, padron mio, tempo e fatica.
 Volpino
 Voi volete alle donne entrar in grazia
 a forza di dir bene.
 Casimiro
                                      E voi volete
 disgustarvi di loro
285a forza di dir male.
 Volpino
                                      Caro amico,
 quando ne dico male applaudon tutti,
 quando ne dico ben stan tutti mutti.
 Casimiro
 Basta, non vi consiglio
 inimicarvi un sesso
290di cui so che voi stesso amante siete.
 Non dite mal, se bene gli volete.
 
    Vi diè vita donna amante,
 una donna vi nutrì
 e di donna il bel sembiante
295lieto ognor vi renderà.
 
    Sconoscenza nelle selve
 più crudel già mai s’udì.
 Si risparmiano le belve
 fra di lor la crudeltà.
 
 SCENA VIII
 
 VOLPINO solo
 
 Volpino
300Ho pigliato quest’uso ed è difficile
 ch’io me n’astenga più. Ma se ho perduto
 Doralice e Eleonora,
 Emilia e Livietta
 son altre due ragazze
305che mi vogliono bene
 e con queste supplire a me conviene.
 Ecco qui l’avantaggio
 ch’io provo nell’aver più innamorate.
 Se due si son sdegnate,
310lo soffro con pazienza
 e paura non ho di restar senza.
 
    Son le femine volubili
 e nessun si può fidar,
 onde a quel che può succedere
315ci conviene riparar.
 
    Una furba vi disprezza,
 una cara vi accarezza;
 una dona e l’altra prende;
 una piglia e l’altra rende.
320Or la bella si fa brutta,
 or la bruta si fa bella;
 or con questa ed or con quella
 parla, gira, fugi, torna,
 sempre, sempre si sta bene;
325si rallegra sempre il cor.
 
 SCENA IX
 
 ELEONORA con un servo, poi ROCCAFORTE
 
 Eleonora
 Sì sì, vuo’ che si sapia
 da tutta la città le ingiurie e l’onte
 che a noi fece Volpino;
 e, se amico destino
330fa ch’io ritrovi un uomo di valore,
 voglio far a Volpin cavar il cuore.
 Roccaforte
 Bellissima Eleonora,
 che avete, che mi sembra
 di vedervi alterata?
 Eleonora
335Son offesa, son punta e son sdegnata.
 Roccaforte
 Eccovi al vostro fianco,
 eccovi Roccaforte;
 porterò da per tutto e stragi e morte.
 Eleonora
 Dite, avete coraggio!
 Roccaforte
                                        Oh cospettone!
340A me questo chiedete?
 Cospetton! Non sapete
 il valor del mio braccio?
 Tutti tremar io faccio.
 Sol ch’io metta la mano a questa spada,
345faccio che l’inimico a terra cada.
 Eleonora
 Quand’è così...
 Roccaforte
                              Tiburzio,
 dimmi; tu mi conosci, non è vero?
 Ti ricordi quel giorno
 in cui a più di sei tagliai la faccia?
350Ed a trenta o quaranta e gambe e braccia?
 Eleonora
 Bravo, bravo davvero.
 Dunque da voi io spero
 che la vendetta sospirata avrò.
 Roccaforte
 Tutti quei che volete ammazzerò.
 Eleonora
355Chi m’offese è Volpino.
 Roccaforte
                                             Eh con colui
 non mi prendo gran cura;
 io lo faccio morir sol da paura.
 Tiburzio, ah chi son io?
 Domandate a Tiburzio il valor mio.
 Eleonora
360(Queste tue gran bravate
 credo che siano tutte baggianate).
 Roccaforte
 Volpino in che v’offese?
 Eleonora
 Ei di sdegno mi accese,
 perché quest’animale
365delle povere donne ha detto male.
 Roccaforte
 È ver, di quell’indegno
 sono nemico anch’io,
 di difender le donne il vanto è mio.
 Eleonora
 Dunque confido in voi.
 Roccaforte
                                             Sì mio tesoro,
370vendicata sarete;
 ma qual mercede poi voi mi darete?
 Eleonora
 Quella cara mercede
 ch’hanno i fedeli ed onorati amanti,
 poiché, se vi son tanti
375che accusano le donne d’incostanza,
 la loro infedeltà la nostra avanza.
 Credon che a lor convenga
 vivere a modo loro e voglion poi
 che siam costanti noi; e, se la donna
380dell’esempio dell’uomo si prevale,
 a tutto lor poter ne dicon male.
 Roccaforte
 Indiscreti, malnati,
 io li castigherò,
 delle donne l’onor vendicherò.
 
385   Andiamo, non temete,
 io vi vendicherò.
 
 Eleonora
 
    Coraggio poi avrete?
 
 Roccaforte
 
 Tiburzio, dillo tu.
 Un uomo più terribile
390di me giammai non fu.
 
 Eleonora
 
    Oimè mi spaventate.
 
 Roccaforte
 
 Ma colle innamorate
 pacifico sarò.
 
 Eleonora
 
    Se voi mi vendicate,
395non vi disprezzerò.
 
 Roccaforte
 
    Io sono formidabile,
 chiedete, commandate.
 
 Eleonora
 
 Oimè, mi spaventate.
 
 Roccaforte
 
 Ma son ancora amabile.
400Chiedete, domandate.
 
 Eleonora
 
 Ben, ben, mi proverò.
 
 a due
 
    Andremo, vedremo;
 diremo sì o no. (Partono)
 
 SCENA X
 
 EMILIA e LIVIETTA
 
 Emilia
 E sarà ver, cugina,
405che l’ingrato Volpino
 strapazzate le donne abbi in tal guisa?
 Livietta
 Doralice, Eleonora,
 colle quali sinora ho ragionato,
 me l’hanno raccontato
410e fra tant’altre cose che m’han dette
 egli dice alle donne maledette.
 Emilia
 Ma qual ragione ha mai
 di trattarci così?
 Livietta
                                 Certi bei spirti
 credono aver gran sale
415quando san delle donne parlar male.
 Emilia
 Facil cosa è dir mal.
 Livietta
                                       Se noi sapessimo
 scriver e questionar, com’essi fanno,
 bene ci pagherian l’ingiuria e il danno.
 Emilia
 Cugina, amai Volpino, io non lo nego,
420ma più non l’amerò.
 Livietta
                                        Vostra rivale
 io fui, ve lo confesso,
 ma son nemica di Volpino adesso.
 
 SCENA XI
 
 VOLPINO e dette
 
 Volpino
 È permesso, o signore,
 che a voi s’inchini un vostro servitore?
 Emilia
425Un servitor ingrato
 è già dal mio servizio licenziato.
 Livietta
 Un servitor che tratta come voi
 non è degno di star vicino a noi.
 Volpino
 (Ora sì che sto bene).
430Ditemi, cos’avete
 col povero Volpino?
 Emilia
 Siete un indegno.
 Livietta
                                   Siete un malandrino.
 Volpino
 (Povero me!) Signore,
 cosa ho fatto di male?
 Livietta
435Siete un ingrato.
 Emilia
                                  Siete un animale.
 
    Le povere donne
 son tanto amorose,
 son tanto pietose,
 di tenero cor.
 
440   E voi strappazzarle?
 E voi maltrattarle?
 Ingrato, spietato,
 indegno d’amor.
 
    Avete pur voi
445bisogno di noi
 e poi dite male?
 D’ogn’altro animale
 voi siete peggior.
 
 SCENA XII
 
 LIVIETTA e VOLPINO
 
 Volpino
 Posso saper, Livietta,
450in che cosa ho mancato?
 Livietta
 Voi avete cantato
 certe care graziose canzonette,
 con cui ci avete detto maledette.
 Volpino
 Ma non ho detto a voi; non ho parlato
455di donne bolognesi;
 ho detto le persiane e le chinesi.
 Livietta
 Eh sì sì, c’intendiamo;
 è un pezzo che soffriamo
 sentirci strappazzar dai detti vostri.
460Or dovrete soffrire i sdegni nostri.
 
    Andrete dalle donne
 a domandar pietà
 ma ognuna vi dirà:
 «Sospira, pena e creppa,
465mendace, ingrato, indegno,
 pietà per te non v’è».
 
    Se tutti quei che dicono
 sì mal del nostro sesso
 parlassero con me,
470del loro grave eccesso
 si pentiriano affé.
 
 SCENA XIII
 
 VOLPINO, poi ROCCAFORTE
 
 Volpino
 Questa cosa va mal; va male assai,
 per riparare i guai
 cambiar stile conviene,
475rispettar il bel sesso e dirne bene.
 Roccaforte
 Amico, vi saluto.
 Volpino
 Oh siate il benvenuto.
 Che fate in questa casa?
 Roccaforte
 Ora son arrivato;
480la signora Eleonora ho accompagnato.
 Volpino
 Di servire Eleonora
 sapete pure che l’impegno è mio.
 Roccaforte
 Eh questa volta l’ho servita io.
 Volpino
 Vorrei sapere almeno
485come la cosa è andata.
 Roccaforte
 Per via l’ho ritrovata;
 mi chiamò, m’accostai; le diedi il braccio;
 l’ho condotta sin qui! Di voi, amico,
 più non ci pensa un fico.
490Abbiate o non abbiate gelosia,
 Eleonora senz’altro sarà mia.
 Volpino
 Questo vostro parlare
 mi faria riscaldare.
 Roccaforte
                                      Eh giuro a Bacco,
 Roccaforte son io.
 Volpino
                                   Rocca o torrione,
495cospettin, cospettone!
 paura non mi fate.
 Roccaforte
 Ma, caro amico, voi vi riscaldate.
 Volpino
 Ditemi, da Eleonora
 che pretendete voi?
 Roccaforte
                                       Oh questa è bella;
500pretendo l’amor suo.
 Volpino
                                         Voi l’amor suo?
 E sapete che io...
 Roccaforte
 Orsù, padrone mio,
 noi vogliamo così, così sarà.
 Volpino
 Se tanto si ardirà,
505saranno piattonate.
 Roccaforte
 Ma, caro amico, voi vi riscaldate.
 
 SCENA XIV
 
 ELEONORA, LIVIETTA servita da FLAMINIO
 
 Volpino
 (Diavolo! Anco Livietta
 ha trovato il servente e fa vendetta).
 Livietta
 Obligata vi son, cara Eleonora,
510che venuta voi siate a ritrovarmi.
 E lei vuol onorarmi (A Flaminio)
 con tanta sua bontà;
 obbligata gli sono in verità.
 Eleonora
 Eh, signor Roccaforte, favorisca;
515ella m’ha abbandonata?
 Roccaforte
 Tutto vostro son io.
 Eleonora
                                      Molt’obligata.
 Volpino
 Ehi signora Livietta...
 Livietta
 Flaminio, a voi si aspetta
 al festino condurmi questa sera.
 Volpino
520(Maledetta fortuna!)
 Livietta
                                         (Ei si dispera).
 Volpino
 Ehi signora Eleonora...
 Eleonora
                                            Avete inteso; (A Roccaforte)
 voi siete un uom prudente
 ed essere dovete il mio servente.
 Volpino
 (Or or non posso più).
 Eleonora
                                           (Freme di sdegno).
 Volpino
525(Femine indiavolate).
 Livietta
                                           (Ingrato!)
 Eleonora
                                                                (Indegno!)
 Livietta
 
    Andiamo al festino.
 
 Flaminio
 
 Con voi venirò.
 
 Eleonora
 
    Andiamo al casino.
 
 Roccaforte
 
 Io voi servirò.
 
 Volpino
 
530   (Un bel babuino
 restar io dovrò?)
 
 Roccaforte, Flaminio a due
 
    La mano porgete.
 
 Eleonora, Livietta a due
 
 La mano vi do.
 
 a quattro
 
    Gentile voi siete,
535amarvi saprò.
 
 Volpino
 
    (Vedere, tacere?
 Oh questo poi no).
 
    Cospetto di Bacco. (Lascia la spada)
 Fermate o ch’io v’ammazzo.
 
 Roccaforte, Flaminio a due
 
540Oimè. (Si scostano dalle donne)
 
 Eleonora, Livietta a due
 
                Che? Siete pazzo?
 
 Volpino
 
 A me di questi torti
 si fan sugli occhi miei?
 
 Eleonora, Livietta a due
 
 E con chi parla lei?
 Noi siam le galeotte,
545noi siam le maledette;
 da noi che cosa vuo’?
 
 Volpino
 
    Andate, scelerati, (A Flaminio)
 o ch’io v’ammazzerò. (A Roccaforte)
 
 Roccaforte, Flaminio a due
 
    Si fermi, non s’incommodi,
550io tosto me ne vo. (Partono)
 
 Eleonora
 
    Arrogante.
 
 Livietta
 
                          Impertinente.
 
 a due
 
 Presto andate via di qua.
 
 Volpino
 
    Vi domando perdonanza.
 
 a due
 
 Più per voi non v’è pietà.
 
 Volpino
 
555   Deh signore...
 
 a due
 
                                Andate via.
 
 Volpino
 
 Vi domando...
 
 a due
 
                             Andate via.
 
 Volpino
 
 Perdonanza.
 
 a due
 
                          Via di qua.
 
 Volpino
 
    Sì signora, obbedirò;
 ah pazienza me n’anderò. (Parte)
 
 Eleonora, Livietta
 
560   Se n’è andato il scelerato
 e mai più non tornerà.
 
 Roccaforte, Flaminio a due
 
 Se n’è andato ed io son qua. (Escono)
 
 Eleonora
 
    Andiamo al casino.
 
 Livietta
 
 Andiamo al festino.
 
 Flaminio
 
565Con voi venirò.
 
 Volpino
 
    Andate, scelerati, (Esce colla spada)
 o ch’io v’ammazzerò.
 
 Roccaforte
 
    Si fermi, non s’incommodi.
 
 Flaminio
 
 Io tosto me n’andrò.
 
 a cinque
 
570   Che smania, che furore,
 che rabbia sento al core.
 Frenarmi più non so.
 
 Fine dell’atto primo